Un attacco “devastante e catastrofico”, è stato definito quello portato al sistema sanitario irlandese nei giorni scorsi. L’amministratore delegato dell’Health Service Executive (HSE), Paul Reid, ha parlato chiaramente di “attacco sconvolgente” ai sistemi informatici sanitari e ospedalieri del Paese, di un’aggressione insensibile agli operatori sanitari che lavorano ogni giorno per proteggere la salute dei cittadini.
Da una settimana l’Hse ha dovuto disattivare tutti i suoi sistemi informatici e le reti interne per provare a contenere i danni e soprattutto difendere in ogni modo i dati sanitari e sensibili dei pazienti e delle strutture.
Conseguenze del cyber attacco all’Hse irlandese
La prima conseguenza è che il sistema di gestione degli appuntamenti e delle visite è saltato, cosa che ha costretto gli operatori ha riprendere in mano carta e penna per venire incontro alle esigenze dei cittadini.
I servizi ambulatoriali sono stati fortemente compromessi dall’attacco e la gran parte è stata cancellata.
I tecnici e gli informatici inviati dal Governo sono al lavoro da giorni, senza sosta, è stato spiegato in un briefing ieri, secondo quanto riportato in un articolo della BBC, ma ci sono da controllare più di 2.000 sistemi informatici utilizzati dall’Hse, 80.000 device e oltre 4.500 server, è spiegato in un comunicato dell’Hse.
Non è stato possibile accedere a molte cartelle cliniche elettroniche o fascicoli sanitari online, per portare avanti le analisi e le visite più delicate si è proceduto con moduli cartacei, compilati a mano e portati di corsa ad altri laboratori, come accadeva decenni fa, perché la rete non supportava nessuna attività di condivisione online dei dati (proprio per la disattivazione dei sistemi informatici e di rete per contenere l’attacco).
Una situazione considerata ancora molto critica, quindi, perché tornare a carta e penna, alle consegne “a mano” delle richieste di analisi ai laboratori e dei risultati ai medici e ai pazienti, è un danno al livello di qualità dei servizi, delle terapie e delle cure, perché si perde troppo tempo e soprattutto torna di nuovo alla ribalta il fattore “errore umano”, che aumenta notevolmente in queste situazioni.
Le reazioni del Governo
Della faccenda si sta occupando anche il Governo di Dublino. Secondo il Primo ministro irlandese o “Taoiseach”, Micheál Martin, quello contro l’Hse è “un atto atroce”, un attacco diretto contro il popolo irlandese.
“Per questo abbiamo deciso di aumentare le difese informatiche dell’intero Paese, delle sue infrastrutture critiche e dei sistemi di base, con una revisione continua degli standard di sicurezza di tutte le agenzie governative”, ha affermato Martin.
“Fortunatamente i dati sottratti dai cyber criminali non sono state condivise in rete”, ha commentato su RTE il ministro irlandese delle Comunicazioni, Eamon Ryan, definendo comunque il comportamento degli hacker come “profondamente deplorevole”.
Le indagini del Cyber crime bureau
L’indagine giudiziaria in corso è guidata dal Garda National Cyber Crime Bureau, in collaborazione con il National Cyber Security Center e l’Hse.
Un portavoce del Dipartimento per l’ambiente, il clima e le comunicazioni, che include il National Cyber Security Center, nonostante le parole del ministro Ryan, ha affermato che esiste ancora un elevato rischio “che i dati personali e sanitari dei pazienti possano ancora essere sfruttati per frodi o altre operazioni criminali”, tra cui la condivisione in rete dei dati.