Giulio Vada (Regional Sales Manager, Italy – GROUP-IB) analizza il 2^ Rapporto CENSIS-IISFA sui cyber attacchi all’Italia e sul valore della cybersicurezza: “Il Digital mismatch riguarda sì la mancanza di professionalità e competenze settoriali specifiche, ma, soprattutto, l’incapacità da parte di imprenditori e manager di ripensare completamente il proprio business nel futuro attuale digitale”.
Continua l’approfondimento di Cybersecurity Italia sul 2^ Rapporto CENSIS-IISFA dedicato ai cyber attacchi all’Italia e al valore della cybersicurezza nel nostro Paese. Questa volta abbiamo chiesto un’analisi a Giulio Vada, Regional Sales Manager, Italy – GROUP-IB.
“Il rapporto conferma, se ancora ce ne fosse bisogno”, ci ha detto Vada, “la centralità della sicurezza digitale come garante dei diritti e dell’esercizio della libertà d’impresa. Non tralasciando i temi della sicurezza nazionale ovviamente”.
“Vorrei sottolineare due elementi”, ha continuato il manager, “che emergono con chiarezza: la crescita organica dell’industria del crimine informatico e il ‘digital mismatch’.
Nel primo caso, siamo di fronte allo sviluppo di un’economia criminale che imita in tutto e per tutto quella legale nella struttura e nei processi. Imprenditorialità e organizzazioni aziendali ben definite, specifiche professionalità, ricerca e sviluppo e ingenti risorse a disposizione.
Lo sottolineo perché bisogna sgombrare il campo da una mera contabilità degli attacchi, per osservare il fenomeno in maniera più scientifica.
Il ‘Digital mismatch’ riguarda sì la mancanza di professionalità e competenze settoriali specifiche, ma, soprattutto, l’incapacità da parte di imprenditori e manager di ripensare completamente il proprio business nel futuro attuale digitale.
Continuiamo, infatti”, ha concluso Giulio Vada in questa sua analisi critica e costruttiva “a riferirci al processo di digitalizzazione della società come qualcosa che sta per arrivare. Peccato che questa trasformazione sia avvenuta già da tempo e qualcuno non se sia ancora accorto. Lasciandoci impreparati, anche culturalmente, ad affrontare la complessità del nuovo contesto in cui viviamo”.
Per approfondire il 2^ Rapporto CENSIS-IISFA