Durante l’audizione in Commissione Difesa della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica, il ministro Crosetto ha proposto di potenziare le capacità delle Forze armate nel settore cyber, allineandole a quelle dell’intelligence, e di garantire sanzioni credibili per coloro che attaccano l’Italia nello spazio cyber, per garantire una deterrenza efficace. Ecco cosa ha detto.
Un Guido Crosetto a ruota libera quello di oggi intervenuto in audizione in IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica. Il ministro ha riportato in auge il tema degli stipendi nella pubblica amministrazione, considerati troppi bassi dal ministro in modo particolare per attrarre persone competenti nell’ambito della cybersecurity.
“Noi abbiamo il problema che le nostre regole del pubblico impiego sono totalmente incompatibili per i tempi in cui viviamo. Lo dico prendendomi la responsabilità. Il blocco a 240 mila euro va bene per prendere qualche voto, non va bene per avere le migliori competenze che servono a un Paese per affrontare queste sfide. Con 240 mila euro, sulla cyber, non trovi neanche il più sfigato degli hacker“, ha dichiarato il ministro Crosetto. “Gli esperti di questo settore nel mondo sono in grande parte italiani – ha detto ancora – Ebbene, non ce n’è uno che ha interesse a lavorare in Italia”.
L’idea della Piazza Cibernetica al ministero della Difesa
“La storia dell”uno vale uno’ non è vera, basta guardare il mondo. Qualcuno vale 200, altri valgono zero. La competenza si paga, se non paghi non hai competenza, e senza competenza non hai futuro – ha detto ancora Crosetto – Sto cercando di costituire alla Difesa una ‘piazza cibernetica’ dove far incontrare queste intelligenze sparse per il mondo, pagandole nell’unico modo con cui posso: il loro amore per l’Italia. ‘Scusate, mi prestate la vostra testa per qualche minuto al mese, per condividere con me che sono la Difesa le informazioni che possono servire per affrontare le sfide del futuro?’. Sono sfide sempre più veloci. La totale impreparazione che abbiamo come Europa e Italia è la mancanza di velocità. Ho un gruppo di lavoro che segue per me queste cose: non c’è un giorno che non arrivi una scoperta, una notizia, potenzialmente rivoluzionarie”.
Crosetto: “Non siamo preparati a contrastare gli attacchi”
Il ministro della Difesa Crosetto ha sottolineato oggi alla Camera l’emergenza rappresentata dai pericoli crescenti, costanti e diffusi provenienti dallo spazio cybernetico, mettendo in evidenza la mancanza di adeguata preparazione dell’Italia per affrontarli efficacemente. “Attualmente, l’Italia è sotto attacco con decine di cyberattacchi in corso, che colpiscono settori pubblici e privati, transazioni economiche, trasporti e telecomunicazioni, rappresentando una minaccia per la sicurezza nazionale, la libertà, lo sviluppo economico e la privacy dei cittadini”, ha aggiunto.
La complessità di individuare gli autori di tali azioni malevole e la natura sfuggente delle interferenze sottolineano la sfida nel contrastare queste minacce. Crosetto ha evidenziato che i cyberattacchi possono essere parte di una “guerra ibrida”, con sabotaggi, azioni informative e campagne di disinformazione che minacciano cittadini e istituzioni.
Crosetto: “Legittimare le forze armate all’utilizzo di strumenti cibernetici”
Per affrontare questa situazione critica, l’Italia deve investire nella sensibilizzazione e formazione sulla sicurezza informatica a tutti i livelli, promuovere la cooperazione con gli alleati e rivedere le leggi per consentire una risposta efficace alle minacce cybernetiche. Crosetto ha proposto di potenziare le capacità delle Forze armate nel settore cyber, allineandole a quelle dell’intelligence, e di garantire sanzioni credibili per coloro che attaccano l’Italia nello spazio cyber, per garantire una deterrenza efficace.
“Auspico che all’esito di questo ciclo di audizioni possa avviarsi un percorso normativo delicato che introduca previsioni di legge nell’intento di abilitare le azioni e la capacità della difesa all’identificazione, mitigazione e contrasto delle minacce cyber dirette e indirette alla sicurezza nazionale, di legittimare le forze armate all’utilizzo di strumenti cibernetici sia nell’ipotesi di risposta alle crisi di cui la leadership della gestione è in capo alla difesa, sia nelle operazioni promosse in concorso con le autorità civili, allineare il ruolo del ministero della Difesa con il comparto intelligence, svolgere attività di intelligence preparatorie nell’imminenza di un attacco cyber, estendere garanzie funzionali al personale delle forze armate impiegato nella conduzione di operazioni militari nel dominio cibernetico, compartecipare a predisposizione strategia nazionale per l’intelligenza artificiale per gli aspetti relativi ai sistemi impiegabili in chiave duale”.
Perego: “La creazione di un’arma cyber con personale civile e militare rappresenta una scelte non più rinviabile”
“In un mondo sempre più digitalizzato e vulnerabile alle minacce cibernetiche, che non solo compromettono la sicurezza delle infrastrutture critiche fondamentali per il benessere del Paese, ma che mettono a rischio anche la sicurezza dei cittadini, la creazione di un’arma cyber con personale civile e militare, e l’adozione di un quadro normativo abilitante, che consenta alla Difesa di identificare, mitigare e contrastare le minacce cyber dirette e indirette, rappresentano scelte non più rinviabili”, ha aggiunto il Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Matteo Perego di Cremnago, a termine dell’audizione del Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica.
“Solo attraverso un impegno condiviso, che includa investimenti, formazione specializzata e una compartecipazione tra pubblico e privato, sarà possibile costruire un sistema di difesa cibernetica solido e resiliente, capace di proteggere il Paese dalle sfide attuali e future”, ha concluso Perego.