L’azienda di Firenze, partecipata al 49% da Telsy, è tra le 10 migliori startup al mondo nelle telecomunicazioni “da tenere d’occhio nel 2023”, secondo il report di ‘StartUs Insights’. Perché i sistemi di Quantum Key Distribution (QKD) di QTI garantiscono alle società di TLC una sicurezza cibernetica, che può essere anche “incondizionata”.
Anche le reti di telecomunicazioni sono oggetto di cyber attacchi, perché erogano servizi essenziali per i Paesi e quindi per governi, aziende e cittadini. Colpire con successo una società che fornisce l’accesso a Internet, la telefonia fissa e mobile e altri servizi digitali è mettere a segno un bel colpo perché si colpisce un’infrastruttura critica e un simbolo di un Paese, che può essere considerato anche ostile. E soprattutto dall’inizio della guerra ibrida scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina le Telco sono finite del mirino di cyber gang o di cyber attaccanti anche con connotazione state sponsored.
Le TLC sono per ogni Paese uno dei volani principali per la crescita economica e sociale.
E allora è “da tenere d’occhio nel 2023” chi riesce a garantire alle aziende di telecomunicazioni maggiore sicurezza cibernetica attraverso sistemi di crittografia sempre più all’avanguardia, che poggiano su architetture di comunicazione in fibra ottica, e robusti sia ai cyber attacchi attuali sia a quelli futuri sferrati anche da computer quantistici.
Con questa motivazione può essere spiegato l’inserimento nella top 10 globale delle startup nel settore delle telecomunicazioni di QTI, l’azienda italiana di Firenze, partecipata da Telsy e specializzata nelle quantum communication e nella Quantum Key Distribution (QKD).
Cerchiamo di capire meglio perché QTI è “da tenere d’occhio nel 2023”, secondo il report di ‘StartUs Insights’, che ha analizzato 1.783 startup nel settore delle telecomunicazioni a livello globale.
Perché i sistemi di Quantum Key Distribution (QKD) di QTI garantiscono alle società di TLC una sicurezza cibernetica, che può essere anche “incondizionata”?
Cybersecurity Italia, di recente, ha intervistato il co-fondatore e CEO di QTI.
“Con i nostri sistemi di Quantum Key Distribution (QKD) garantiamo la sicurezza che può essere incondizionata sia ai cyber attacchi attuali sia a quelli futuri sferrati anche da computer quantistici, perché usiamo le regole della meccanica quantistica e in particolare gli stati dei fotoni”, ci ha spiegato in questa videointervista Tommaso Occhipinti.
“QTI”, ha aggiunto, “sviluppa e rende disponibile sul mercato globale un prodotto che viene installato nei server/RACK nelle centrali telefoniche e nelle aziende di tlc. La soluzione di QTI si comporta come una sorta di firewall e crea delle chiavi di crittografia indistruttibili utilizzate per le diverse applicazioni sviluppate e usate dalle società di telecomunicazioni. Come per esempio app per la cifratura dei messaggi”.
“Perché la Quantum Key Distribution rafforza la sicurezza cibernetica”. La videointervista a Tommaso Occhipinti, CEO della società italiana QTI.
QTI è nata nel 2020 come spin-off del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) all’interno dell’Istituto Nazionale di Ottica di Firenze (INO) ed oggi è un’azienda partecipata al 49% da Telsy, società dedicata alla cybersecurity che opera all’interno di TIM Enterprise.
Eugenio Santagata (TIM/Telsy): “La quantum communication tema chiave per il futuro delle telecomunicazioni“
“Grande soddisfazione e orgoglio per questa news”, ha commentato Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di TIM e Amministratore Delegato di Telsy, società dedicata alla cybersecurity che opera all’interno di TIM Enterprise
“Abbiamo in Italia, a Firenze”, ha aggiunto, “una delle realtà più interessanti e innovative nel panorama della sicurezza delle comunicazioni a livello mondiale: una riconosciuta eccellenza che fa della condivisione di intenti e competenze e della collaborazione il suo cuore, grazie alla sua sinergica partnership con Telsy, di cui è partecipata, e con tutto il Gruppo TIM”.
“La quantum communication”, ha continuato Santagata, “è un tema chiave per il futuro delle telecomunicazioni, imprescindibile per una strategia di sicurezza di aziende e istituzioni nazionali e internazionali che miri non solo a proteggersi dalle minacce presenti, ma anche ad anticipare le minacce di domani in vista dell’avvento dei computer quantistici”.
“Con l’applicazione della Quantum Key Distribution di QTI per la generazione e lo scambio di chiavi di cifratura a prova di quantum computer e l’integrazione con le cifranti di Telsy e l’infrastruttura di Sparkle”, ha concluso Eugenio Santagata, “in TIM abbiamo le potenzialità per garantire protezione da tutti i tipi di minacce e far giocare all’Italia un ruolo da protagonista in Europa in questo ambito di sviluppo così strategico”.
Quantum Computing, Quantum Key Distribution e Crittografia Post-Quantum. Perché oggi occorre investire per proteggersi dal rischio della computazione quantistica?
Abbiamo posto questa domanda, di recente, a uno dei maggiori esperti italiani di crittografia.
“Se la minaccia quantistica dovesse avverarsi le nostre comunicazioni web protette da HTTPS e tanti altri protocolli di largo impiego sia su Internet che sulle reti private non sarebbero più sicuri. Non potremmo essere più fiduciosi né riguardo alla segretezza di comunicazioni e transazioni digitali, né alla loro integrità”, ci ha risposto il prof. Massimo Giulietti, vice presidente dell’Associazione Nazionale di Crittografia “De Componendis Cifris” e direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Perugia.
“La Quantum Key Distribution (QKD), viceversa”, ha continuato Giulietti, “rappresenta un’opportunità, una possibile applicazione innovativa della crittografia. Sfruttando i princìpi della meccanica quantistica potrebbe essere in grado di garantire sicurezza incondizionata, indipendente dal modello di calcolo considerato”.
Ma perché proteggere oggi i dati con la crittografia quantistica se i computer quantistici sono ancora in fase di sviluppo/sperimentazione?
“La prospettiva che dati raccolti oggi da attori ostili possano essere decifrati nel breve/medio periodo grazie alla maturità tecnologica della tecnologia quantistica è purtroppo un rischio concreto. La soluzione sarebbe chiaramente quella di adottare al più presto protocolli basati su crittografia post quantum”, ha concluso Giulietti.
“Harvest now, decrypt later”
In poche parole “harvest now, decrypt later”. I cyber attaccanti puntano a rubare oggi i dati strategici e sensibili di Stati e aziende per decifrarli appena possibile. Se, invece, questi dati sono protetti, già da oggi, dalla crittografia quantistica allora si darà filo da torcere ai criminali informatici ed anche agli Stati che sono i loro mandanti.