Facebook, in una lettera, respinge l’appello del Procuratore generale statunitense William Barr e mantiene la sua decisione di rendere inaccessibili a terzi i messaggi scambiati sulle piattaforme di proprietà dell’azienda di Menlo Park.
Facebook ha rifiutato la chiamata da parte dei governi di Stati Uniti, Regno Unito e Australia per creare una “backdoor” nelle sue app di messaggistica in modo che i funzionari delle forze dell’ordine possano accedere ai messaggi crittografati.
La società di Mark Zuckerberg tramite una lettera, ha respinto l’appello del Procuratore generale statunitense William Barr, mantenendo la sua decisione di rendere inaccessibili a terzi i messaggi scambiati sulle piattaforme di proprietà dell’azienda di Menlo Park.
Facebook Vs Barr
I ministri dei tre Paesi hanno pubblicato una lettera aperta lo scorso ottobre chiedendo a Facebook di interrompere i piani di estensione della crittografia end to end anche al suo servizio Messenger.
Ciò significherebbe che la polizia e altri funzionari delle forze dell’ordine non potranno accedere ai messaggi sulle piattaforme per indagare e perseguire i reati.
L’apertura delle piattaforme alle forze dell’ordine violerebbe il “principio fondamentale” della crittografia end-to-end, ha affermato Facebook, secondo cui solo il mittente e il destinatario di un messaggio hanno le chiavi per “sbloccare” e leggere ciò che viene inviato.
Nessun passo indietro per Facebook
“Nessuno può intercettare e leggere questi messaggi – non noi, né i governi, né gli hacker o i criminali“, ha dichiarato l’azienda in una lettera ai tre governi.
Inoltre, risulta impossibile interrompere la crittografia al solo scopo delle forze dell’ordine, senza indebolire la sicurezza in tutto il sistema, ha affermato Facebook.
“I messaggi privati delle persone sarebbero meno sicuri e i veri vincitori sarebbero chiunque cerchi di trarre vantaggio da quella sicurezza indebolita. Non è qualcosa che siamo pronti a fare“, ha comunicato l’azienda di Menlo Park.
Facebook ha affermato che continuerà a consultarsi con i gruppi dell’industria e della società civile sui modi per rafforzare la sicurezza sulle sue piattaforme e cooperare con le forze dell’ordine ove possibile “purché sia coerente con la legge e non comprometta la sicurezza dei nostri utenti“.
William Barr e la crittografia end-to-end
In un evento organizzato ieri dal Wall Street Journal, Barr è tornato alla carica sostenendo che applicazioni cifrate come WhatsApp e Signal hanno aiutato “organizzazioni terroristiche, cartelli della droga, molestatori di bambini e bande dedite alla pedopornografia“.
Le parole di Barr sono arrivate nello stesso giorno in cui Facebook e Apple sono state chiamate a testimoniare sulla crittografia davanti a una commissione del Senato Usa, in cui i dirigenti di Facebook e Apple hanno difeso le loro pratiche sulla privacy.
Il responsabile della privacy di Apple, Erik Neuenschwander, ha evidenziato l’importanza della crittografia su iPhone per proteggere dati sensibili come quelli bancari e sanitari e ha spiegato che non c’è modo di consentire l’accesso alle forze dell’ordine senza al contempo lasciare una porta aperta agli hacker.