Draghi audito per la prima volta al Copasir. Il conflitto non sarà breve, bisogna concentrarsi anche riguardo la cybersicurezza.
La guerra in Ucraina e la conseguente cyberwar sono stati i temi che hanno dominato la prima audizione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica preseduto dal suo presidente, Adolfo Urso.
Pur credendo nell’impegno diplomatico, Draghi ribadisce una convinzione: il conflitto non sarà breve. Probabilmente si protrarrà a lungo, spostando il baricentro dello scontro nell’area sud-orientale dell’Ucraina. Dunque bisognerà essere pronti a sostenere politicamente questa difficile scenario. Anche perché c’è un’altra guerra silenziosa su cui occorre concentrarsi: quella della cybersicurezza. Il premier non lancia allarmi specifici, ma assicura che la guardia è e va mantenuta alta: aver bandito Kaspersky – l’antivirus russo – dalla pubblica amministrazione è un precedente chiaro.
Copasir: Urso: ‘Audizione Draghi importante e significativa’
“È stata un’audizione importante e significativa in un clima di piena consapevolezza della drammaticità degli avvenimenti e del ruolo che l’Italia può svolgere in Europa e nella Nato per fermare le armi e trovare una soluzione”. Ha dichiarato il presidente del Copasir Adolfo Urso.
Urso ha ricordato che è stata la prima audizione del premier ma ha precisato che “il governo si è confrontato in questi mesi” con il Copasir e ci sono state “almeno 15 audizioni di ministri” oltre che del sottosegretario con delega all’Intelligence. Urso ha sottolineato dunque il clima di “collaborazione e lealtà”.
Assieme al premier era presente anche l’autorità delegata alla sicurezza, il sottosegretario Franco Gabrielli, il primo nelle scorse settimane a sottolineare i possibili rischi legati all’uso di antivirus e prodotti russi all’interno della Pubblica amministrazione.
Gabrielli in questi giorni ha ribadito inoltre la volontà di riformare l’intelligence italiana. “Sarebbe preferibile un servizio unico a una pluralità di servizi”, ha detto Gabrielli. “Nell’epoca in cui viviamo”, ha spiegato Gabrielli, “mi sfugge la distinzione tra interno ed esterno su materie come cybersecurity, ecofin, terrorismo. Non si tratta di concentrare”, ha detto il sottosegretario, “in una sola persona enormi poteri ma di evitare di avere un servizio di intelligence che è la duplicazione di apparati che esistono. In una democrazia non è tanto importante frazionare i poteri quanto creare sistemi di controllo e bilanciamento”.