Entro 18 mesi tutti i paesi UE dovranno recepire e adottare le nuove regole su Bitcoin e cryptocurrencies
Stretta UE sul commercio di Bitcoin e delle altre cryptocurrencies nell’ottica del contrasto al finanziamento del terrorismo. Il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno stabilito nuove regole per le piattaforme exchange di criptovalute. Queste e i wallet providers saranno obbligati a identificare i propri utenti, che finora potevano rimanere anonimi. Inoltre sarà limitato l’uso di carte pre-pagate e saranno elevati gli standard di trasparenza richiesta sia per le aziende sia per i proprietari di trust. A ciò si aggiunge che gli investigatori nazionali avranno maggiore accesso alle informazioni, tra cui quelle nei registri bancari. L’accesso ai dati sui beneficiari di trust, però, verrà concesso solo a persone che possono dimostrare un interesse legittimo. Il nuovo pacchetto di regole dovrà ora essere adottato dai paesi UE e trasformato in legge nazionale entro 18 mesi.
Non tutti nell’UE la vedono allo stesso modo sulle criptovalute
In ambito UE le reazioni alle nuove regole sui Bitcoin e le altre cryptocurrencies sono state miste. Alcuni come il commissario alla Giustizia, Vera Jourova, hanno lodato il provvedimento. L’alto funzionario ha spiegato che “porterà maggiore trasparenza e migliorerà la prevenzione contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo”. Altri come il Gruppo dei Diritti alla Trasparenza Internazionale lo hanno definito positivo ma non completamente. Il gruppo ha fatto sapere che “è un passo in avanti”. Ma allo stesso tempo, “permangono alcune lacune”. Tra queste la “mancanza di accesso pubblico alle informazioni sui beneficiari di trust e accordi analoghi”. Ci sono stati anche pareri contrari da nazioni come Regno Unito, Malta, Cipro, Lussemburgo e Irlanda. Le nazioni si sono dette preoccupate che la stretta sulle criptovalute possa avere un impatto negativo sulle loro economie.