Secondo uno studio Accenture, le assicurazione investiranno cifre esorbitanti in cybersicurezza nel mercato dell autonomous vehicles.
L’innovazione tecnologica che sta stravolgendo l’industria automobilistica di tutto il mondo, porta con sé anche cambiamenti radicali nel settore delle assicurazioni dei veicoli. Nei prossimi otto anni, nel mercato americano, si calcola che le polizze auto per veicoli a guida autonoma (autonomous vehicles) registreranno una spesa pari a 81 miliardi di dollari.
I rischi d’altronde sono diversi. Se da un lato è vero che le nuove tecnologie digitali e le soluzioni ICT hanno raggiunto un elevato livello di affidabilità, dall’altro è anche vero che sono altre le minacce per l’automobilista, una su tutte la cybersecurity.
Non solo l’automobilista è “in pericolo”, si legge in un nuovo studio Accenture, ma sono a rischio anche le infrastrutture pubbliche legate alla mobilità di nuova generazione, tra auto connesse in rete (connected cars) e a guida autonoma.
Proprio per la cyber sicurezza, secondo i ricercatori, saranno spesi 64 miliardi di dollari nel 2025, seguita dall’assicurazione contro terzi, con 14 miliardi di dollari di spesa e quindi dall’assicurazione per le infrastrutture, per 3 miliardi di dollari.
Il Rapporto calcola che ci saranno più di 23 milioni gli autonomous vehicles su strade e autostrade degli Stati Uniti nel 2035. Ad essere assicurati non solo solamente i mezzi di trasporto e le infrastrutture, ma anche tutti i software e gli hardware, i sensori, i sistemi di videocomunicazione e i punti di connessione.
Un mercato che tra il 2020 ed il 2025 vedrà il boom delle assicurazioni per questo tipo di veicoli, servizi, prodotti e infrastrutture, per poi continuare a crescere progressivamente, nonostante il mercato assicurativo nel complesso andrà in contro a perdite significative (nel segmento tradizionale).
Le nuove voci infatti (cybersecurity, infrastrutture, software/hardware) continueranno comunque a crescere, segnando nel 2050 ricavi per 34 miliardi di dollari a dispetto di perdite complessive (traditional premiums earned) pari a 41 miliardi di dollari.