Attacco hacker al partito repubblicano. Rubati 2,3 milioni di dollari

Un gruppo di hacker ha sottratto al Partito repubblicano nel Wisconsin 2,3 milioni di dollari da un conto corrente dedicato a finanziare attività per la rielezione del presidente Donald Trump.

Lo ha riferito ieri il leader locale dei Repubblicani, Andrew Hitt, ripreso dalla Associated Press.

Il Partito aveva notato attività sospette il 22 ottobre scorso e aveva contattato immediatamente il Federal Bureau of Investigation (Fbi), che – spiega Hitt – sta attualmente indagando sull’episodio.

Come è successo

Secondo il presidente del Partito repubblicano nel Wisconsin, gli hacker sarebbero riusciti a manipolare le fatture di quattro fornitori ingaggiati per inviare materiale postale e gadget elettorali per la rielezione di Trump. Così, quando il Partito ha provveduto al saldo dovuto, il denaro è andato agli hacker invece che ai fornitori.

Il Wisconsin è uno degli Stati in bilico che potrebbero avere un ruolo decisivo per l’esito delle elezioni del prossimo 3 novembre. Qui nel 2016 ha vinto Trump con un distacco di meno di 23 mila voti, ma quest’anno i sondaggi danno in netto vantaggio il candidato democratico Joe Biden, che sarà proprio nel Wisconsin venerdì prossimo.

Donald Trump e i problemi con la cybersecurity

Il partito repubblicano nelle ultime settimane è letteralmente bersagliato da criminali informatici. L’ultima attacco era stato inflitto martedì al sito della campagna elettorale di Trump donaldjtrump.com dove un gruppo di criminal hacker sconosciuti era riuscito a sabotare il sito del Tyconn mandando in onda il seguente messaggio: ” Questo sito è sequestrato. Il mondo ne ha abbastanza delle fake news diffuse quotidianamente dal presidente.

È ora si conosca la verità“, continuava il messaggio aggiungendo che il gruppo di hacker fosse in possesso di informazioni compromettenti sul presidente e la sua famiglia, sia sul coronavirus che sulle prossime elezioni. “Il trump-gov è coinvolto nell’origine del coronavirus e sta collaborando con gli stranieri per manipolare le elezioni”.

L’attacco informatico, a detta di Tim Murtaugh, responsabile della campagna di Trump, non ha avuto conseguenze dal punto di vista di data breach.

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