Lo rivelano i dati emersi dallo studio dall’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, che mira ad analizzare la vulnerabilità delle persone e delle aziende agli attacchi cyber.
Nella seconda metà dell’anno sono cresciuti del +56,7% (rispetto al primo semestre del 2020) gli utenti italiani che hanno ricevuto un avviso di un attacco informatico ai danni dei propri dati personali.
Lo rivelano i dati emersi dallo studio dall’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, che mira ad analizzare la vulnerabilità delle persone e delle aziende agli attacchi cyber.
Secondo lo studio gli account legati ai siti di intrattenimento (soprattutto giochi online e di streaming) restano quelli maggiormente esposti alla sottrazione di dati personali (il 51,5% dei casi totali). Di contro, sono i social network ad aver conosciuto un significativo aumento dei rischi, balzando dall’1,6% al 31,8%.
“I dati dell’Osservatorio cyber ci sensibilizzano sul livello di vulnerabilità dei dati di privati e imprese. L’utilizzo del digitale ha visto un’accelerazione dovuta in buona parte alla pandemia, ed è entrato nelle abitudini di acquisto e di utilizzo dei servizi di molte persone. Al contempo diverse imprese hanno avviato l’attività di offerta dei propri prodotti e servizi mediante e-commerce, dovendo così necessariamente avviare un sito web e gestire ordini online. Come tutte le novità non bisogna però sottovalutare i rischi collaterali e che sono per molti totalmente nuovi”, ha spiegato Beatrice Rubini, Executive Director di CRIF.
“Le vittime sono tipicamente uomini, nel 65,6% dei casi, di età compresa tra 41 e 60 anni, con quasi il 54% del totale. Indubbiamente ci sono comportamenti che possono utilmente mitigare i rischi. Per esempio, lato consumatori un punto di attenzione è rappresentato dalle modalità con cui definiamo e gestiamo le password legate a diversi account e l’attenzione con cui rispondiamo a e-mail, messaggi o telefonate. Latoimprese, che hanno un sito web o un sito di e-commerce, è invece importante assicurarsi sistemi di protezione ma anche intercettare tempestivamente le possibili vulnerabilità derivanti da configurazioni di servizi o software non aggiornati”, aggiunto Rubini.
La ricerca
La ricerca interpreta i trend principali che riguardano i dati esposti in ambienti Open Web e Dark Web, la tipologia di informazioni, gli ambiti in cui si concentra il traffico di dati e i paesi maggiormente esposti, oltre ad offrire alcuni spunti per fronteggiare in modo consapevole il rischio cyber.
Scorrendo la classifica dei Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno del furto di email e password online si osservano ai primi posti USA, Russia, Francia e Germania, seguiti dal Regno Unito e dall’Italia, che occupa il sesto posto assoluto. Completano la top 10 Polonia, Repubblica Ceca, Giappone e Brasile.