Amaq, l’agenzia di stampa e organo di propaganda Isis è stato hackerato ancora. Lo riporta l’IbTimes, citato da Islam Media Analysis.
Un collettivo di hactivisti musulmani, chiamato Di5s3nSi0N, ha rivendicato il cyber attacco alla piattaforma. Il gruppo afferma anche di aver rubato i dati personali di circa 2.000 sottoscrittori del servizio internet. Il network mediatico aveva già subito una cyber offensiva ad aprile, che aveva compromesso il sito internet ed esposto i visitatori ad attacchi informatici. Lo avevano reso noto gli stessi gestori della testata sul suo account Telegram. “Attenzione, il sito di Amaq è stato penetrato e richiede di installare un virus, mascherato da Flash installer”, si leggeva sul profilo. “Esercitare la massima cautela”. Daesh a quel punto è ricorsa a una mailing list per ovviare al problema e incrementare la sicurezza. Però, anche questo ultimo stratagemma dello Stato Islamico non sembra avere funzionato.
Il cyber attacco ad Amaq mette a rischio le capacità di radicalizzazione e reclutamento del Daesh online
L’accaduto mette seriamente a rischio non solo Amaq e tutta la propaganda internet Isis. Ma anche la capacità del Daesh di reclutare e radicalizzare nuove reclute usando il web. La branca informatica dello Stato Islamico, infatti, ha creato la mailing list con un duplice obiettivo. Da una parte sfruttare internet, limitando però l’esposizione ai cyber attacchi nemici. Si è deciso di puntare sulla posta elettronica, in quanto sfrutta la connessione ma permette agli utenti di comunicare direttamente tra loro tramite server su provider dedicati. Perciò, la possibilità di essere stoppati si riduce notevolmente. Dall’altra, Isil è avvantaggiato nella diffusione della propaganda. Ciò a seguito del fatto che la invia a un’audience interessata. E quindi in partenza più ricettiva dei messaggi veicolati, rispetto a quella generale. Ora, invece, sarà molto più difficile convincere possibili fruitori a iscriversi alla mailing list o solo a cercare contenuti jihadisti sul web.
Il cyber attacco ad Amaq per Isis non è solo un danno. Ma anche una beffa. Poco prima Daesh aveva annunciato di poter gestire ogni tipo di tentativo di hackeraggio
Questo nuovo cyber attacco ad Amaq per Isis non è solo un grande danno; ma anche una beffa. Solo tre ore prima che la piattaforma fosse hackerata, infatti, questa aveva inviato una mail ai suoi sottoscrittori. Nel testo si spiegava che era stata incrementata la cybersecurity a seguito del fatto che era finita al centro di una serie di offensive informatiche. Dal Daesh avevano fatto sapere che “in risposta agli eventi recenti, abbiamo imposto misure di sicurezza più stringenti sui nostri sistemi”. Non solo. Lo Stato Islamico era anche convinto che “possiamo gestire ogni tipo di tentativo di hacking e cyber attacchi tramite email”.
Il collettivo di hactivisti Di5s3nSi0N ha raccolto la sfida e compromesso la piattaforma, pubblicando anche 1.784 mail di simpatizzanti
Poco dopo, secondo The Indipendent. il collettivo di hactivisti Di5s3nSi0N aveva postato su Twitter il messaggio diretto ad Amaq e Isis: “sfida accettata”. Inoltre, dopo aver compromesso la piattaforma di propaganda, ha inviato una mail di sfottò ai supporter dello Stato Islamico. Il messaggio riporta che “abbiamo hackerato la vostra mailing list sicura per Amaq. Daesh, vi dobbiamo chiamare cani per i vostri crimini o serpenti per la codardia? Noi siamo i bug nel vostro sistema”. Al testo è stata anche allegata una lista di 1.784 indirizzi di posta elettronica, appartenenti ai sottoscrittori dei servizi offerti dal network mediatico. Questi, peraltro, prima di essere diffusi sono stati rivisti e verificati.
Isis sul web ha numerosi nemici che combattono sotto gli hashtag comuni # silencethewords, #OpIsis e #OpIceIsis
L’hackeraggio di Amaq è la risposta ai recenti cyber attacchi condotti da Isis in tutto il mondo nelle ultime settimane. Negli Usa e in Canada simpatizzanti del Daesh hanno cambiato le homepage di diversi siti inserendoci il messaggio “Io amo lo Stato Islamico”. Inoltre, in Svezia una stazione radio è stata compromessa e per quasi mezz’ora questa ha trasmesso involontariamente l’inno per il reclutamento alla jihad. Di conseguenza alcuni collettivi hanno reagito passando al contrattacco. Non c’è solo Di5s3nSi0N, ma anche CtrlSec e End of Daesh. Combattono i miliziani online sotto gli hashtag comuni # silencethewords, #OpIsis e #OpIceIsis.
Tra i cyber nemici dello Stato Islamico c’è anche Daeshgram, che si intrufola nei canali jihadisti e delegittima la propaganda
Nel novero dei cyber nemici di Isis c’è anche Daeshgram, che usa tecniche diverse rispetto agli altri collettivi. Mentre questi ultimi attaccano e hackerano i siti e i profili vicini al Daesh, il primo si insinua all’interno dei canali dello Stato Islamico. Lo fa con profili falsi, che diffondono messaggi diversi al fine di delegittimare la propaganda della formazione terroristica.