Così Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, inizia a descrivere il comparto cybersecurity in audizione davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Trasporti, in qualità di “Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica”.
“Un ambito molto sensibile e complesso, che raggiungerà ulteriori elementi di criticità”. Così Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, inizia a descrivere il comparto cybersecurity in audizione davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Trasporti, in qualità di “Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica”.
L’audizione era in programma nell’ambito dell’esame del disegno di legge C 3161 di conversione del decreto-legge 14 giugno 2021 n. 82, recante “Disposizioni urgenti in materia di Cybersicurezza, definizione dell’architettura nazionale di Cybersicurezza e istituzione dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale”.
“È stimato che da qui al 2030 i device connessi in rete saranno più di un trilione. Un dato questo che dovrebbe farci comprendere quanto fragile sia il contesto e l’ambito in cui ci stiamo muovendo, continuamente esposto a minacce di ogni tipo”, ha spiegato subito Gabrielli riferendosi all’immenso mercato dei dispositivi dell’Internet delle cose, che se da un lato hanno di fatto inaugurato la transizione digitale in corso, dall’altro hanno reso molto più vulnerabili aziende e amministrazioni pubbliche in termini di sicurezza cibernetica.
Senza dimenticare le dimensioni fisiche delle nostre infrastrutture, è chiaro tuttavia che “il dominio cibernetico sarà sempre più l’ambito strategico su cui si misurerà la competizione tra Stati e lo sviluppo stesso delle economie nazionali”, ha aggiunto il sottosegretario.
I target principali delle attività criminali in rete, ha specificato Gabrielli, sono ormai “le infrastrutture critiche che attengono ai settori essenziali della vita di una comunità e di uno Stato”.
“Durante la pandemia, per dare il senso della criticità del momento, è stato coniato il termine infodemia, cioè la manipolazione dell’informazione nel dominio digitale”, ha aggiunto Gabrielli, allargando quindi l’ambito delle cyber minacce ai cittadini stessi.
“Lo stato dell’arte nel nostro paese è critico”, ha proseguito il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, che poi ha aggiunto: “Io sono molto preoccupato, perché la stragrande maggioranza della struttura cibernetica di questo Paese, sotto il profilo pubblico, presenta fortissime criticità”.
“La scelta del Governo di fare un decreto d’urgenza risponde all’esigenza di dotarci quanto prima di una struttura che deve essere costruita. Un percorso dalle tempistiche fortemente compresse”, ha relazionato Gabrielli.
Dall’azione dell’Agenzia, quindi, “deve essere completamente distinta l’azione della cyber investigation, riferibile alle forze dell’ordine, e l’azione della cyber defence, attribuibile invece alle Forze armate, dove l’ambito militare svolge una funzione fondamentale”, ha precisato il sottosegretario.
“Fare presto” è il monito di Gabrielli, secondo cui il Paese deve dotarsi di un sistema che attenga alla resilienza, per raggiungere “una maggiore capacità di resistenza, altrimenti la battaglia sarà perduta“.
L’Agenzia per la cybersecurity nazionale è stata istituita con un decreto di giugno con lo scopo di dar vita ad un polo per la sicurezza cyber collegato alla rete dei centri di competenza cibernetica di tutta Europa.