Gli attacchi informatici al sistema sanitario nazionale stanno aumentando a dismisura, soprattutto nell’ultimo anno ed in particolare in questi mesi di pandemia di Covid-19.
Negli Stati Uniti, i cyber criminali hanno da tempo preso di mira medici e strutture ospedaliere, con l’obiettivo di mandare in tilt i sistemi informatici (fino alla chiusura delle strutture), chiedere riscatti, sottrarre dati sensibili e colpire direttamente i pazienti.
Il costo medio di un data breach per paziente negli Stati Uniti è di circa 430 dollari, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il doppio di quanto accade nel settore dei servizi finanziari ed energetici.
Sistemi sanitari da proteggere
Un trend che cresce a livello mondiale e che impone ai diversi sistemi sanitari dei singoli Stati di aumentare gli investimenti pianificati in sicurezza informatica e alle stesse imprese fornitrici di tecnologie della cybersecurity un maggiore impegno nello sviluppo di soluzioni più affidabili.
Secondo il Rapporto “2020-2021 Healthcare Cybersecurity Report”, pubblicato dal Gruppo Herjavec, la spesa mondiale in soluzioni di cyber sicurezza per i sistemi sanitari nazionali, le strutture ospedaliere e la protezione dei dati sensibili, si aggirerà attorno ai 125 miliardi di dollari entro il 2025.
Un dato visto al rialzo, soprattutto per l’evento Covid-19 e gli incidenti informatici ad esso collegati, tanto che lo studio ha stimato una crescita media della spesa in soluzioni di cybersecurity del +15% annuo nel periodo 2020-2025 (Cagr).
D’altronde, il settore sanitario soffrirà i cyber attacchi 2-3 volte di più rispetto a qualsiasi altro ambito nazionale, fino a 5 volte di più a partire dal 2021, secondo stime Cybersecurity Ventures.