Le aziende di tutto il mondo hanno lavorato assiduamente per essere pronte in ottica GDPR. Il 59% delle aziende ha dichiarato di aver soddisfatto tutti o la maggior parte dei requisiti del nuovo regolamento entrato in vigore nel maggio 2018, mentre il 29% prevede di farlo entro un anno mentre per il 9% ci vorrà oltre un anno.
Sono questi i numeri secondo il report Cisco 2019 Data Privacy Benchmark Study, pubblicato oggi in occasione del Data Protection Day, la Giornata europea della Protezione dei dati personali.
Secondo lo studio globale, le aziende che hanno investito per salvaguardare la privacy dei dati sensibili, stanno ottenendo benefici di business tangibili, confermando dunque il legame esistente tra questi due elementi. Gli intervistati che hanno preso parte allo studio confermano infatti minori ritardi nelle vendite così come un numero inferiore di violazioni e di relative perdite economiche.
Oltre 3.200 professionisti della sicurezza e della privacy nei principali settori di 18 paesi hanno risposto al sondaggio in merito alle pratiche di salvaguardia della privacy. I risultati più significativi includono:
- L’87% delle aziende subisce ritardi nel ciclo di vendita a causa dei timori di clienti e potenziali clienti in ottica privacy rispetto al 66% dello scorso anno. Ciò è dovuto ha una maggiore consapevolezza portata dal GDPR e alle frequenti notizie di violazioni dei dati.
- I ritardi nelle vendite per paese variano da 2,2 a 5,5 settimane, con Italia (2,6 settimane), Turchia e Russia nella parte bassa della classifica, e Spagna, Brasile e Canada nella parte alta. I maggiori ritardi nelle vendite sono da attribuire ad aree in cui i requisiti di riservatezza sono elevati o in fase di transizione. Il ritardo nelle vendite può causare perdite di fatturato legate a indennizzi, finanziamenti e relazioni con gli investitori. Il ritardo nelle vendite può inoltre trasformarsi in una perdita se un potenziale cliente acquista da un concorrente o decide di non comprare affatto.
- Le principali ragioni alla base dei ritardi nelle vendite citate dagli intervistati comprendono l’analisi delle richieste dei clienti in relazione alle esigenze di privacy, la traduzione delle informazioni sulla privacy nelle lingue dei clienti, la formazione dei clienti in ottica salvaguardia della privacy o la riprogettazione dei prodotti per soddisfare le esigenze di privacy dei clienti.
- In base al paese, il grado di prontezza in ottica GDPR varia dal 42% al 75%. Spagna, Italia (72%), Regno Unito e Francia si collocano ai vertici della classifica, mentre Cina, Giappone e Australia si collocano ai livelli più bassi.
- Solo il 37% delle aziende pronte per il GDPR ha subito una violazione dei dati che è costata più di 500.000 dollari, rispetto al 64% delle aziende meno pronte per il GDPR.
I clienti vogliono sempre più che i prodotti e i servizi implementati forniscano l’adeguata salvaguardia della privacy. Tali aziende, che hanno investito nella riservatezza dei dati per soddisfare i requisiti del GDPR, hanno subito minor ritardi nelle vendite ai clienti esistenti: 3,4 settimane rispetto a 5,4 settimane per le aziende meno pronte in ottica GDPR. Nel complesso, il ritardo medio nelle vendite ai clienti esistenti è stato di 3,9 settimane, in calo rispetto alle 7,8 settimane registrate un anno fa.
Per leggere e scaricare il report completo Cisco 2019 Data Privacy Benchmark Study clicca qui.