Si chiama “European Union online fraud cyber centre expert network”, o più semplicemente Euof2cen, il progetto presentato a Roma dalla Polizia di Stato, alla presenza del capo della Polizia, Franco Gabrielli, del direttore centrale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali, Roberto Sgalla, e del direttore del servizio Polizia postale, Nunzia Ciardi.
Euof2cen è una piattaforma gestita dalla Polizia postale e delle comunicazioni, finanziata dall’Unione europea per il contrasto al cyber crime finanziario, su cui confluiscono tutte le segnalazioni provenienti da banche e Forze dell’ordine, relative a transazioni sospette che avvengono in rete, in modo da poter analizzare e condividere in tempo reale ogni informazione e bloccare così le operazioni illegali.
“Mai come nell’epoca in cui viviamo la condivisione delle informazioni è fondamentale”, ha commentato in una nota ufficiale il capo della Polizia Franco Gabrielli.
“Il valore aggiunto di questa piattaforma è far si che la mole di dati che il privato gestisce quotidianamente e le informazioni che il pubblico è chiamato in qualche modo a dover controllare, trovino un momento di incontro“.
Solo nel 2017, grazie alla piattaforma, sono state bloccate transazioni, frutto di frodi telematiche commesse attraverso sofisticati strumenti informatici, per oltre 22 milioni di euro e recuperata una somma pari a 900 mila euro.
L’iniziativa, che è giunta nella sua fase progettuale conclusiva, ha un duplice obiettivo: strategico e operativo.
Dal punto di vista strategico, la partnership tra banche e Forze di polizia, con il coinvolgimento di Europol, consente di avere a disposizione in tempo reale le possibili attività criminose aggiornate sui modus operanti e sui trend degli attacchi cyber, con miglioramento dello scambio di informazioni.
Dal punto di vista più strettamente operativo, ci sarà un incremento della capacità di rilevare bloccare in tempo reale le transazioni sospette, migliorando la capacità di identificazione dei gruppi criminali internazionali e anticipando le truffe attraverso l’analisi delle minacce emergenti.
A sostegno dell’operato online delle Forze dell’ordine ci sono anche i risultati dell’indagine condotta da Osborne Clarke sui pagamenti online e i rischi di frodi, truffe e cyber attacchi, da cui è emerso che l’81% dei consumatori dell’Unione europea ha affermato di essere preoccupato del rischio frodi legato alle procedure di pagamento senza contanti (il 12% in più rispetto allo scorso anno).
Anche in Italia il dato è molto elevato, con il 79% dei consumatori che percepisce pienamente la minaccia dei cyber criminali e il dato nazionale è cresciuto del 20% rispetto al 2017.
Tre quarti dei consumatori (il 76%, con una crescita del 25% rispetto allo scorso anno), inoltre, hanno dichiarato di aver paura di dover condividere troppe informazioni personalinel caso in cui i pagamenti attraverso dispositivi mobili arriveranno a sostituire completamente il contante.
In Italia questa percentuale è del 74% (+32% sul 2017).
“Dal momento che stiamo andando verso un mondo in cui l’uso del contante sarà sempre più marginale, è necessario che si mettano in atto procedure di sicurezza in grado di tranquillizzare gli utenti”, ha dichiarato Andrea Rizzi, Head of Digital Business di Osborne Clarke Italia.
“L’implementazione di un forte processo di autenticazione – come richiesto dalla PSD2 (Payment Service Directive 2) – aiuterà a rendere più complicato per hacker e truffatori in generale l’accesso ai conti collegati a dispositivi elettronici. Il settore deve assicurare di stare facendo tutti i passi necessari per proteggere i dati degli utenti in maniera adeguata e dimostrare che le misure prese funzionino in maniera da far crescere la fiducia degli utenti”.
Oltre al rischio legato alle possibili frodi, l’indagine rileva che il 76% di chi ha risposto è preoccupato dal dover condividere troppe informazioni personali nel caso in cui i pagamenti via mobile diventassero l’unico sistema accettato nei prossimi anni – il 25% in più rispetto allo scorso anno.
In Italia questa percentuale è del 74% (+32%).