La spesa in cyber sicurezza raggiungerà i 134 miliardi di dollari l’anno, a livello mondiale, nei prossimi cinque anni.
La spesa cumulata per danni da data breach, a livello mondiale, sarà di circa 8.000 miliardi di dollari tra il 2018 ed il 2022. È quanto stima il nuovo Report di Juniper Research “Cybersecurity: mitigation strategies for financial services, operators, enterprise & IoT 2018-2022”.
Per fare un esempio, l’azienda danese attiva nel settore dei trasporti marittimi, la Maersk, ha dichiarato che i costi che dovrà sostenere per i danni legati all’attacco NotPetya del 2017 potrebbero arrivare anche a 300 milioni di dollari.
Un rischio che ormai è minaccia concreta e i ricercatori di Juniper Research consigliano vivamente alle parti interessate di pianificare le proprie strategie difensive in termini di mitigazione del rischio invece che di prevenzione.
I fornitori di servizi in ambienti ad alto rischio informatico, infatti, sono sempre più costretti a ristrutturare le proprie reti per evitare ogni minaccia alle infrastrutture e ai dati, nonché qualsiasi tentativo di interrompere l’offerta del servizio.
Più in generale, lo studio evidenzia che la spesa in soluzioni di cybersecurity a livello mondiale sarà guidata principalmente dalle soluzioni di sicurezza informatica per l’Internet of Things.
Nel 2021 gli oggetti connessi in rete potrebbero essere più di 46 miliardi.
Un dato che lo studio commenta suggerendo una maggiore flessibilità in chiave di cybersicurezza, con soluzioni in grado di adattarsi più rapidamente alle esigenze mutevoli del settore nei prossimi anni.
Complessivamente, Juniper Research calcola che la spesa in cyber sicurezza arriverà a 134 miliardi di dollari l’anno entro il 2022 e il 70% di tale spesa riguarderà principalmente le aziende di medie dimensioni.
Altro fondamentale driver per gli investimenti nell’area cybersecurity sarà la trasformazione digitale nel suo complesso, oltre che nel segmento IoT, anche in quelli dei servizi finanziari (fintech) e nelle telecomunicazioni mobile.