L’Fbi rivela come Donald Trump è finito nelle mire dei criminal hacker iraniani

Nel corso di un comizio a Uniondale (Long Island), il tycoon ha riferito la notizia secondo cui un collettivo iraniano avrebbero sottratto materiale top-secret alla sua campagna elettorale. Per poi inviarli, tra giugno e luglio 2024, allo staff “Dem” del suo avversario, Joe Biden.

Durante l’estate, criminal hacker iraniani avrebbero inviato materiale riservato a persone vicine alla campagna elettorale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Si tratterebbe, stando a quanto ammette l’Fbi in una dichiarazione congiunta del 18 settembre con la Cisa (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) e l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale – riprendendo un comunicato del 19 agosto – di documenti sottratti alla campagna del candidato repubblicano alle presidenziali americane con l’intento di influenzare l’esito delle elezioni del prossimo 5 novembre.

Nero su bianco, riporta la nota, “l’attività malevola degli attori informatici iraniani è continuata dal mese di giugno con l’invio di materiale rubato e non pubblico, associato all’ex presidente Trump, ai media statunitensi”.

Pronta la replica dei democratici

Durante un comizio a Uniondale, un sobborgo di Hempstead (New York), Trump ha accusato l’Iran di interferire nelle elezioni Usa 2024, nonostante abbia evidenziato di non essere certo di quale materiale i criminal hacker iraniani – che avrebbero poi inviato email “non richieste” ad alcune persone al lavoro per la campagna elettorale di Biden (lo scorso febbraio, in materia di cybersecurity dei porti, il Presidente americano ha firmato un ordine esecutivo mirato a rafforzare l’Autorità del Dipartimento della sicurezza interna per affrontare direttamente le minacce informatiche marittime) – siano in entrati in possesso e abbiano, successivamente, rilasciato.

Stando alle agenzie Usa, non si tratterebbe della prima volta che l’Iran – di recente il paese ha pagato 3 milioni di dollari al collettivo IRLeaks per arginare un maxi cyberattacco bancario – viene accusato di intromissione negli affari interni di altri Stati mediante operazioni cyber. Pronto l’intervento di Morgan Finkelstein, portavoce della campagna dell’attuale vicepresidente Harris, ammettendo che – spiega Politico – il partito democraticoha collaborato con le autorità competenti da quando è venuto a conoscenza dell’invio di tali informazioni al personale della campagna di Biden”. Aggiungendo: “Non sappiamo di alcun materiale inviato direttamente alla campagna. Soltanto, alcuni individui sono stati presi di mira sulle loro email personali con quello che sembrava un tentativo di spam oppure di phishing”.

Risposte dalla campagna di Trump

Fermo restando che non si tratta di un caso inedito di intrusione elettronica alle presidenziali statunitensi (come riporta Yahoo, nel 2020 ci sarebbe stato l’hackeraggio dell’account Twitter di Trump, attraverso la violazione della password del tycoon “maga2020!”, l’acronimo di “make America great again”, slogan caro al magnate newyorkese. E ancora, è opportuno citare i due attacchi informatici in una settimana per Trump), oggi il campanello d’allarme risuona particolarmente forte.

La viceprocuratrice generale Lisa Monaco, intervenendo lo scorso 18 settembre all’evento Aspen Cyber Summit, ha rimarcato che l’Iran costituisce una minaccia significativa per la sicurezza elettorale degli Stati Uniti (“stanno tentando di influenzare la campagna presidenziale, divulgando false identità, propaganda e utilizzando il conflitto di Gaza come miccia per alimentare le divisioni. Non sottovalutiamo fino a che punto l’Iran possa spingersi per influenzare questa campagna”, le sue parole).

A rincarare la dose ci pensa Karoline Leavitt, segretaria stampa nazionale della campagna di Trump, secondo la quale “questa rappresenta l’ulteriore prova che gli iraniani stanno interferendo attivamente nelle elezioni per aiutare Kamala Harris e Joe Biden, consci che il presidente Trump ripristinerà le sanzioni dure e si opporrà al loro regno di terrore”. E ancora, “Harris e Biden devono chiarire se hanno utilizzato il materiale hackerato fornitogli dagli iraniani per danneggiare il presidente Trump. Cosa sapevano e quando ne sono venuti a conoscenza?”.

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