Come garantire maggiore cybersicurezza ai nostri dati sanitari? Le azioni di prevenzione e di difesa secondo Giulio Vada (Regional Sales Manager, Italy – GROUP-IB)e Gerardo Costabile (AD – DeepCyber e presidente – IISFA).
Non c’è la bacchetta magica per evitare attacchi informatici alle strutture sanitarie, il recente è ai danni dell’ASL 1 dell’Abruzzo, con la pubblicazione nel DarkWeb di 522 gigabyte di dati sanitari dei cittadini e dati del personale sanitario. Tuttavia, per garantire la maggiore cybersicurezza ai nostri dati sanitari è possibile mettere in atto una serie di azioni, anche rapide, all’interno di una strategia di prevenzione e rafforzamento della postura cyber di ospedali, ASL e cliniche. È questo il messaggio lanciato, nella nostra nuova puntata della videorubrica Chief Security Talk, da Giulio Vada (Regional Sales Manager, Italy – GROUP-IB) e Gerardo Costabile (AD – DeepCyber e presidente – IISFA). Insieme hanno indicato alcune delle azioni da compiere velocemente, perché le minacce cyber si evolvono giorno dopo giorno, secondo dopo secondo.
- “Non si può delegare alla cybersicurezza. Ma è cruciale fidarsi e affidarsi a partner tecnologici privati specializzati in cybersecurity, con la governance della sicurezza cibernetica in capo alle PA e al titolare della struttura sanitaria privata. In questo è fondamentale il cambio culturale.
- È sempre più necessaria una cybersicurezza a guida Cyber Intelligence, in grado di stare al passo con le complesse e continue evoluzioni delle minacce cyber.
- Spendere bene i fondi del PNRR, pari a circa 620 milioni destinati al rafforzamento della cybersicurezza nelle PA.
- Sono necessari professionisti con competenze cyber, che lavorino non necessariamente in autonomia per le singole strutture sanitarie, ma in team e a livello centralizzato.
- Avviare collaborazioni con il mondo dell’Università e della Ricerca”.
Guarda la videointervista a Giulio Vada (GROUP-IB) e a Gerardo Costabile (DeepCyber)