Roma incontra le aziende israeliane della cybersecurity. Organizzato da SELTA, azienda di punta del settore della difesa e della sicurezza informatica in Italia, il workshop “Gli effetti della Digital Transformation sugli Scenari della Cyber Security” ha visto la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti politici, accademici e aziende israeliane che operano nell’ambito della sicurezza del mondo cyber.
L’evento, ospitato presso il Centro ELIS di Roma (sempre più orientato all’innovazione tecnologica), ha offerto spunti di riflessione importanti su una tematica che va affermandosi come centrale in un mondo sempre più interconnesso, dove l’infinita rete di sensori e macchine in rete incarna il vero e proprio centro nevralgico delle società.
Apertura dei lavori con saluto di benvenuto di Gianluca Attura, Amministratore delegato di SELTA, che ha tracciato le linee operative dell’azienda sui tre filoni dell’Energia, delle Telecomunicazioni e, appunto, della Cybersicurezza. Un approccio a tutto tondo che qualifica SELTA come società specializzata in una visione olistica che pone al centro dell’attenzione le cosiddette infrastrutture critiche, un settore particolarmente rilevante dal punto di vista strategico e che nel caso dell’Italia assume rilievo non solo per le vulnerabilità informatiche, ma anche per le esposizioni del Paese a fattori climatici e naturali (terremoti, inondazioni ecc.) che determinano condizioni emergenziali di particolare stress per le infrastrutture.
L’amministratore di SELTA ha anche sottolineato il significato e le aspettative dell’evento ricordando come il cyberspazio sia ormai considerato come il 5° campo di battaglia (dopo terra, acqua, aria e spazio), un quinto campo di battaglia impegnativo e per sua natura globale. Attura ha poi evidenziato la cornice di cooperazione tra gli apparati governativi e le imprese dei due Paesi in ambito di cybersicurezza, sottolineando come l’expertise israeliana in materia consenta di considerare gli apparati di difesa infrastrutturale di quella nazione come virtualmente inattaccabili. Un modello possibile quindi per l’Italia e sicuramente da seguire per SELTA che da questo confronto intende dar luogo a un trasferimento di competenze e l’avvio di linee di cooperazione internazionale.
Breve introduzione ai lavori da parte di Michele Colajanni (chairman dell’evento), professore dell’Università di Modera e Reggio Emilia e da tempo impegnato sul versante delle competenze in ambito cybersecurity, che ha sottolineato il profilo di Startup Nation dello Stato di Israele, sottolineando le grandi capacità e le conoscenze in cybersicurezza che fanno delle aziende israeliane un modello per il resto del mondo.
Di rilievo gli interventi politici. A metà mattinata quello dell’on. Enza Bruno Bossio (PD), della Commissione Tlc della Camera dei Deputati, che ha richiamato il compito della politica di assicurare consapevolezza e norme ad un settore che ha il compito di preservare cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese, diminuendo i rischi e contribuendo alla crescita economica. Da qui il riferimento agli aspetti di sicurezza nel quadro del Piano Industria 4.0. Enza Bruno Bossio ha infine indicato il settore della cybersicurezza come uno dei terreni di verifica attraverso cui misurare efficienza e modernità dello Stato.
Rimanendo al punto di vista della politica, nelle conclusioni, l’on. Deborah Bergamini (vicepresidente della Commissione Tlc della Camera dei Deputati), che ha sollecitato l’immaginario collettivo ricordando come gli scenari aperti dalla trasformazione digitale assomiglino sempre di più a quanto descritto nei romanzi visionari di fantascienza di pochi anni fa. Questa realtà impone delle scelte politiche e un cambiamento di mentalità per adeguare il sistema-Paese alle sfide del presente e del futuro: la cybersecurity, infatti, è una tematica trasversale che mette insieme la gestione delle infrastrutture strategiche, così come quella dei dati sanitari, il mondo della difesa, la lotta ai crimini informatici e il controllo dei flussi di informazione. Un quadro complesso su cui la politica deve dare prova di piena consapevolezza.
Tra gli esperti, l’intervento di Corrado Giustozzi, uno dei più noti addetti ai lavori e impegnato con SELTA in importanti progetti di cybersecurity. Corrado Giustozzi ha molto insistito su un aspetto spesso trascurato: quello della debolezza umana, l’anello debole della catena che può vanificare anche investimenti importanti, quando non si tiene conto proprio della componente umana e del suo ruolo importante e spesso sottovalutato. Ironicamente Giustozzi ha esordito indicando il punto di debolezza e di vulnerabilità come “quel segmento compreso tra la sedia e la tastiera del computer”.
Molto interessante il quadro delle aziende israeliane presenti, che si sono succedute nella presentazione delle proprie soluzioni frutto della ricerca e dello sviluppo offerti da un ecosistema da sempre all’avanguardia nel settore per ragioni innanzitutto geopolitiche.
Per Paolo Galdieri, docente alla Luiss ed uno dei massimi esperti italiani di Digital Crime, le sfide che il mondo giuridico affronta nel cercare di tradurre il mutamento repentino di equilibri e prassi consolidate in un impianto normativo capace di far fronte alle grandi trasformazioni tecnologiche del nostro tempo. Se vogliamo diminuire le vulnerabilità e assicurare sicurezza al Paese, alle amministrazioni e alle imprese, occorre considerare la cultura dell’opinione pubblica, su cui non ha mai attecchito l’approccio della moralsuation. Se vogliamo elevare gli standard di sicurezza, dobbiamo imporre degli obblighi e prevedere sanzioni per chi non si attiene ad essi. Obblighi e sanzioni che andrebbero sempre visti come punti di approdo di percorsi di mobilitazione e di ascolto delle rappresentanze. Ad ogni modo, ha concluso Galdieri, oggi c’è la Direttiva NIS, che prescrive precisi obblighi, facciamo in modo che essi vengano rispettati sino in fondo e il Paese sarà già più sicuro.
David Grau, direttore marketing della TSG IT ha spiegato alla platea i vantaggi del software di comando e controllo messo a punto dalla sua azienda: creato in un primo momento per necessità militari, il software estende le proprie applicazioni anche alla gestione delle infrastrutture strategiche e ai meccanismi di risposta in caso di disastri naturali.
È stata poi la volta di Yakir Bechler di Kela Group che ha illustrato il sistema Kela Targeted Intelligence; Bechler, con un passato nell’intelligence dello Stato Ebraico, ha dato una dimostrazione del KTCI che permette, in forma automatizzata, di scannerizzare il Deep Web alla ricerca di informazioni su possibili tentativi di intrusione nei sistemi informatici delle aziende clienti.
Adam Aizenberg, direttore di CYBERBIT, ha chiarito le possibilità offerte dal prodotto 53N53, un’interfaccia che permette di analizzare e controllare in tempo reale dati non strutturati provenienti dalle più disparate fonti per prevenire e contenere attacchi informatici.
Poi è stata la volta di Gabriel Feldman, giovanissimo fondatore della startup SENSE, che permette di visualizzare i tentativi di intrusione nei sistemi informatici, “traducendo” in una forma facilmente comprensibile e valutabile la complessità dei dati informatici.
Infine, Olded Meyraz, direttore di Presales, ha spiegato come la suite Kaymera offra una messa in sicurezza a 360 gradi delle informazioni aziendali su dispositivi mobile.