NoName057, attacco DDoS contro i siti istituzionali italiani senza nessuna conseguenza

Per il Dg dell’ACN, Roberto Baldoni e l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, il Paese “deve investire nella propria autonomia strategica in materia di cybersicurezza”.

“Oggi continueremo il nostro affascinante viaggio attraverso l’Italia russofoba”. Con questa frase, ieri mattina il collettivo russo “NoName057” ha annunciato, attraverso il proprio canale Telegram, l’attacco DDoS ad alcuni siti istituzionali italiani.

A finire nel mirino dei criminal hacker russi i portali del ministero dell’Interno, quello degli Esteri, una sezione del sito del ministero del Tesoro e il portale dei carabinieri.

Il motivo dell’attacco

I disservizi sono durati poche ore e non hanno provocato nessun danno: nessuna fuga di dati e gli utenti hanno semplicemente riscontrato dei rallentamenti nell’aggiornamento delle pagine.

L’attacco informatico è stato di tipo “DDoS”: significa che gli attaccanti hanno sovraccaricato i siti di contatti artificiali fino a renderli inutilizzabili.

Il collettivo, nella rivendicazione, ha utilizzato a pretesto la visita di martedì a Kiev della premier Giorgia Meloni. “L’Italia – si legge – fornirà all’Ucraina il sesto pacchetto di assistenza militare, che includerà tre tipi di sistemi di difesa aerea. Come ha detto il primo ministro italiano Giorgia Meloni durante una conferenza stampa a Kiev, si parla dei sistemi anticarro Samp-T, Skyguard e Spike”. Quindi le accuse di “russofobia”. Fonti della cyber-intelligence italiana spiegano che c’è il rischio concreto che questo tipo di attacchi aumentino: il Cremlino, infatti, avrebbe assicurato una sorta di “immunità” agli hacker russi intenti a prendere di mira Paesi e istituzioni che appoggiano l’Ucraina.

Cybersecurity: per Baldoni e Mantovano “Il Paese deve investire nella propria autonomia strategica”

“L’Italia deve potenziare la propria autonomia strategica, promuovendo la ricerca e l’innovazione nel settore cyber e sostenendo lo sviluppo di capacità tecnologiche nazionali ed europee“, ha dichiarato ieri Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, nel corso del seminario “Il Cantiere della cybersicurezza: sviluppo tecnologico ed autonomia strategica nazionale”, organizzato dall’ACN in collaborazione con la LUISS.

“Investire in cybersicurezza equivale a investire sull’autonomia strategica. Si tratta di un investimento economico per il sistema produttivo”. Baldoni ha fatto presente che “l’Italia ha fatto un salto quantico nel settore della cybersicurezza, è avanti grazie alle sue leggi che hanno guidato il Paese e a mettere in moto il cantiere della cybersicurezza”. Sul cloud nazionale: “No cloud nazionale no autonomia strategica. Nel modello di cloud nazionale ci sarà almeno un attore privato industriale partecipato dallo Stato e quindi non scalabile dall’esterno che sarà in grado di proteggere il Paese da eventi pericolosi sulle reti internazionali. Più imprenditorialità in questo settore, più saremo in grado di resistere agli attacchi cyber”.  

Per Mantovano la Strategia Nazionale 2021-2026 riserva un ruolo centrale alla ricerca e all’innovazione

“La cybersicurezza è un settore strategico ed è necessario intervenire sul tessuto industriale puntando a tecnologie chiave”, ha dichiarato Alfredo Mantovano, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica anche lui ospite del seminario. “La cybersicurezza oltre ad essere una necessità costituisce una grande opportunità visti la strategicità e i ritmi di crescita a livello globale. Tra il 2021 e il 2026 ci saranno investimenti per mille miliardi a livello globale. E a livello italiano la Strategia Nazionale 2021-2026 riserva un ruolo centrale alla ricerca e all’innovazione. Ruolo centrale lo rivestono le startup, in questo percorso che deve vedere forte collaborazione tra pubblico e privato”.

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