Il nostro Paese è sesto in cybersecurity resources ma stentiamo nella capacità organizzativa. Lodi all’ACN riguardo la protezione delle infrastrutture critiche (dove superiamo la Francia). La classifica del Cyber Defence Index 2022/2023, prodotto dal MIT Technology Review Insights in collaborazione con Code42.
L’Italia è tra i primi 10 Paesi al mondo che “stanno facendo progressi o si stanno impegnando per creare un ambiente di difesa informatica”.
Lo rivela il nuovo Cyber Defense Index 2022/23, il report prodotto dal MIT Technology Review Insights in associazione con Code42, la prima classifica comparativa delle 20 economie più grandi e più digitalmente avanzate del mondo sulla preparazione, risposta e ripresa dalle minacce alla sicurezza informatica.
I Paesi vengono valutati in base a quanto le istituzioni hanno adottato tecnologia avanzate e pratiche per resistere agli attacchi informatici.
Sulla base di ricerche qualitative e quantitative condotte tra aprile 2022 e settembre 2022, l’indice interattivo mostra quali Paesi stanno costruendo i migliori ambienti di difesa informatica.
L’Italia all’11esimo posto nel ranking. Ottime le risorse investite per la cybersecurity. Ma stentiamo nella capacità organizzativa
L’Italia è all’undicesimo posto, con una valutazione di 6.37, in una classifica guidata dall’Australia (7.83), dai Paesi (7.61), Corea del Sud (7.41), Stati Uniti (7.13) e Canada (6.94), considerando tutti i Paesi del G20 esclusa la Russia ma inclusa la Polonia.
Dei quattro pilastri analizzati, l’Italia è sesta in cybersecurity resources, che ha come indicatori:
- gli impegni in materia di cybersecurity;
- lo stato della legislazione in materia di privacy e protezione dei dati;
- i punti di forza relativi di diverse capacità di cybersecurity delle organizzazioni (dati e analisi, IA, tecnologie blockchain e digital ledger, risorse di risposta antiphishing e risorse di risposta anti-ransomware).
Tra le annotazioni degli autori del rapporto riguardo all’Italia c’è l’avviso dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, guidata dal direttore generale Roberto Baldoni, sugli attacchi informatici alle infrastrutture critiche del Paese, destinati ad aumentare, sulla scia di attacchi ransomware a fornitori di energia, tra cui Eni.
È ottava per critical infrastructure, che comprende il numero di data center nel Paese, i server sicuri e lo stato di servizi pubblici, infrastrutture critiche, servizi finanziari, infrastrutture 5G e sicurezza IoT/edge. È undicesima per policy commitment, cioè per l’efficacia e la qualità della regolamentazione in materia di cybersecurity da parte del governo.
È quasi in fondo alla classifica, al diciassettesimo posto, per organizational capacity, un pilastro che misura la maturità in materia di cybersecurity e l’esperienza digitale delle imprese e delle altre istituzioni in ogni Paese.
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