“Ransomware? Molte aziende pagano e non denunciano gli attacchi. Hanno paura del danno reputazionale”, ha dichiarato il sottosegretario intervenuto alla presentazione del Primo Rapporto CENSIS-DeepCyber sulla sicurezza informatica in Italia.
“Serve consapevolezza, siamo partiti in ritardo. Il rischio zero non esiste ma se non vi è consapevolezza dei rischi è complicato porvi rimedio”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Autorità delegata delegata alla sicurezza Franco Gabrielli intervenuto alla presentazione del Primo Rapporto CENSIS-DeepCyber sulla sicurezza informatica in Italia. “Dobbiamo smetterla di parlare di mondi virtuali – ha aggiunto Gabrielli – perché il dominio cibernetico ci appartiene, ci attraversa e condiziona le nostre vite“. Il tema della resilienza cibernetica – ha sottolineato Gabrielli – è fondamentale ma “spesso c’e’ un atteggiamento da ‘Alice nel Paese delle meraviglie'” quando si parla di questi temi.
“C’e’ bisogno di consapevolezza che siamo partiti tardi e che abbiamo perso tempo” e che il tempo che abbiamo davanti va utilizzato per creare un meccanismo di resilienza del Paese e “soluzioni per mitigare il piu’ possibile questa situazione. È positivo che un istituto come il Censis abbia posto l’attenzione sul tema della consapevolezza del rischio cyber: se non si ha consapevolezza del rischio è infatti difficile porvi rimedio”, ha aggiunto.
“Dobbiamo sempre più immaginare – ha sottolineato Gabrielli- che il dominio cyber non sia qualcosa di diverso da noi, ci appartiene, innerva e condiziona la nostra vita. Con i device la vita è più semplice ma anche più vulnerabile”. E, ha aggiunto: “In Italia c’è spesso un atteggiamento da Alice nel paese delle meraviglie. Ad esempio il disservizio sui bancomat di qualche giorno fa non era un attacco ma un problema tecnico. Il percorso – ha proseguito il sottosegretario – è molto lungo, la condizione delle infrastrutture del nostro Paese, sia nel pubblico che nel privato, non è delle migliori. Molte aziende ad esempio, pagano e non denunciano gli attacchi informatici che subiscono. Hanno paura del danno reputazionale. Inoltre, ha spiegato Gabrielli, c’è un deficit di forza lavoro specializzata e abbiamo anche atteggiamenti poco responsabili, con le password ad esempio. Gli attacchi hanno evidenziato vulnerabilità umane”.
Il Piano su Strategia cyber sicurezza nazionale
Il presidente del consiglio definirà con l’ACN le linee strategiche per la difesa del Paese 2022 -2026. Un percorso complicato, che presenta GAP culturali.
“Ma non è panacea, c’e’ percorso da completare. A breve il presidente del Consiglio editerà il Piano per la strategia di cyber sicurezza nazionale”, ha annunciato il sottosegretario. “Non è la panacea per tutti i mali e c’e un percorso da completare e degli investimenti da fare coinvolgendo tutti, pubblico e privato“.
Gabrielli: “Da inizio guerra non sono cresciuti cyberattacchi“
“Questo non vuol dire che non ci saranno. La vicenda bellica in Ucraina non ha al momento rappresentato nessun tipo di innalzamento degli attacchi. Questo non vuol dire che non ci saranno e che le nostre infrastrutture non saranno attaccate. Dal 24 febbraio – ha concluso Gabrielli – non abbiamo registrato significativi innalzamento negli attacchi cyber”.
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