Siemplify sarà incorporata in Google Cloud e in particolare si integrerà con la divisione Chronicle che offre servizi di cyber-intelligence alle imprese per andare a scovare falle di sicurezza e intercettare minacce informatiche.
Google punta sulla cybersicurezza del suo cloud. Ieri il colosso di Mountain View ha annunciato di aver comprato per 500 milioni di dollari Siemplify, startup che ha sede a New York ma stata fondata in Israele dove tuttora sono attivi i suoi centri di ricerca e sviluppo, proprietaria di una piattaforma che consente di monitorare i sistemi informatici e intervenire in caso di errori umani o attacchi dall’esterno. Per Google si tratta quindi della prima acquisizione al di fuori degli Stati Uniti.
Google acquisisce Simplify per 500 milioni di dollari
Una volta completata l’acquisizione, Siemplify sarà incorporata in Google Cloud e in particolare si integrerà con la divisione Chronicle che offre servizi di cyber-intelligence alle imprese per andare a scovare falle di sicurezza e intercettare minacce informatiche.
Un’esigenza sempre più avvertita dalle aziende che con la digitalizzazione dei processi e l’adozione dello smart working di massa hanno visto aumentare a dismisura la superficie aggredibile da parte di criminali informatici più o meno sofisticati.
“La piattaforma Siemplify è un banco di lavoro intuitivo che consente ai team di sicurezza di gestire meglio i rischi e ridurre i costi per affrontare le minacce informatiche. Siemplify consente agli analisti del Security Operation Center di gestire le proprie operazioni end-to-end, rispondere alle minacce informatiche con velocità e precisione e diventare più intelligenti con ogni interazione degli analisti. La tecnologia aiuta anche a migliorare le prestazioni del SOC riducendo i carichi di lavoro, aumentando la produttività degli analisti e creando una migliore visibilità sui flussi di lavoro”, ha sottolineato Sunil Potti, GM di Google Cloud Security, in un post sul blog che annuncia l’acquisizione. “La nostra intenzione è integrare le capacità di Siemplify in Chronicle in modi che aiutino le aziende a modernizzare e automatizzare le loro operazioni di sicurezza”.
Cybersecurity: le startup israeliane hanno raccolto 8,84 miliardi di dollari di investimenti nel 2021
Nell’ultimo decennio, l’industria della sicurezza informatica israeliana si è assicurata il suo posto come formidabile fonte di innovazione tecnologica. Non più famosa solo per il suo alto livello di capitale tecnologico umano nato e cresciuto nelle unità di intelligence dell’esercito d’élite, l’industria israeliana è maturata in un vero e proprio ecosistema. Con abbastanza capitale in questo ecosistema in forte espansione per far crescere enormi leader di categoria e coltivare fusioni e acquisizioni interne, le startup israeliane sono ora i principali attori nel settore della sicurezza informatica globale.
Le startup israeliane della sicurezza informatica nel 2021 hanno raccolto ben 8,84 miliardi di dollari, più del triplo dell’importo del 2020 (2,75 miliardi di dollari). Gli investimenti dello scorso anno sono stati distribuiti in 135 round, rispetto ai 109 del 2020, con 15 startup che hanno raccolto più di un round di finanziamento l’anno scorso.
La sicurezza informatica in Israele è diventata un mercato polarizzato che accetta solo due tipi di startup: potenziali unicorni e veri unicorni. L’importo totale raccolto nei round di seed lo scorso anno è aumentato leggermente a 233 milioni di dollari da 203 milioni nel 2020, ma i round di serie A sono aumentati del 140% a 693 milioni di dollari da 288 milioni un anno prima. All’altra estremità dello spettro, i round di crescita (serie C e superiori) sono aumentati del 300% fino a raggiungere l’incredibile cifra di 6,46 miliardi di dollari nel 2021 da 1,63 miliardi di dollari nel 2020.